Fa ancora discutere il coming out di Tiziano Ferro che di recente ha dichiarato la propria omosessualità. Questa volta a intervenire è stato lo scrittore Aldo Busi, che ha rilasciato un’ intervista a Novella 2000 dai toni piuttosto coloriti:
“Rivelare la propria omosessualità in Italia non può più rientrare in una strategia a tempo, dopo la mia guerra vecchia di mezzo secolo contro gli assolutismi religioso-assolutistici che sancirono la contro-natura di ogni atto relazione sessuale non a fini familistico-procreazionisti. Per me questo Ferro ha aspettato troppi anni per godere della mia stima, diciamo che si è svegliato con ogni comodo, dopo troppi soldi fatti a discapito della troppa ruggine accumulata in testa, sua e delle sue fans. Inoltre non significa niente da un punto di vista civile e politico ammettere la propria omosessualità se al contempo non si diventa pubblicamente acerrimi nemici di chi e quanti hanno voluto renderti la vita impossibile per un simile nonnulla. O questa ugola rantolante pietà e comprensione ora fa un album anticlericale e antifascista via l’altro, o tanto valeva che restasse un ipocrita culetto biancogiglio in attesa di ritornare obeso. Sarebbe ora che gli italiani e le italiane ascoltassero meno refrain su finti amori infelici/felici e si leggessero almeno Seminario sulla gioventù. Possibile che in questo paese a parte me nessuno faccia mai la sua parte senza aspettare di farla una volta morto, cioè di solito già da vivo?”