Da quando è uscito lo scorso Settembre, “Duets II” non si è schiodato dalle prime posizioni delle classifiche di mezzo mondo: Tony Bennett, con i suoi 85 anni di età, dimostra che non serve uscire da telefilm per bambini nè atteggiarsi da tamarri per vendere dischi. A poco a poco stanno uscendo i video delle varie collaborazioni contenute nell’album, da apripista ha fatto quella con la compianta Amy Winehouse, poi è seguita Lady Gaga, infine siamo approdati a Norah Jones. Accoppiata vincente che si è cimentata in “Speak low”, pezzo del 1943 scritta da Kurt Weill con parole di Ogden Nash. Ha fatto parte del musical “One touch of Venus” ed è stato “coverato” (mi sono inventata una parola, pardon) da una marea di artisti, da Billie Holiday a Barbra Straisand fino alla nostra Mina. Ed ora è toccato ad una colonna del jazz e ad una delle cantanti più sofisticate e talentuose degli ultimi dieci anni: Tony Bennett e Norah Jones. Vecchio e nuovo che si mescolano, trovano un punto d’incontro in un brano intenso, ricco di sfumature, assolutamente non facile da cantare sia a livello tecnico che interpretativo. Il video dei momenti in cui lo hanno inciso in studio di registrazione è già in rete ed il dettaglio che subito si fa notare è l’arrangiamento: il pezzo è stato ideato con una musica molto lenta che segue l’andamento quasi lamentoso del testo, un low profile (passatemi il gioco di parole) generale. In questo caso la canzone non è stata stravolta, anzi ne è stata profondamente rispettata la natura, ma è stata adattata ai tempi e i gusti di oggi, ha un suono decisamente più moderno, risulta anche meno “pesante” per certi aspetti. L’arrangiamento risulta frizzantino ma profondo, una sorta di quell’“andante ma non troppo” degli spartiti musicali che non si capisce mai cosa diamine voglia dire, però si intuisce che è una giusta via di mezzo. Tony Bennett ci lavora su e dà questa versione nuova di “Speak low” del tutto unica non solo per il duetto. Norah Jones si conferma brava ed adeguata, un’artista di grande livello capace di misurare sempre la voce e non eccedere mai. E che voce! La conosciamo tutti, ovattata, calda avvolgente, si accorda benissimo con la rudezza di quella di Bennett. Bel duetto, che trova una chiave di lettura innovativa per un pezzo proposto fino a perdita di memoria. Due anime tanto affini quanto in scontro tra loro che ri riarrangiano a nuova conformazione e regalano questo piccolo gioiello. Ma come mi piace, come mi piace “Speak low”! [jwplayer config=”180s” mediaid=”57214″]