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Toro, l’occasione di rilustrare la storia granata

Due destini contrapposti quelli che ha disegnato la storia per le due squadre torinesi, il Toro quando aveva, probabilmente, la squadra più forte di tutti i tempi in Serie A è stato abbattuto dalla malasorte che oltre a fermare una macchina perfetta ha spezzato le vite di campioni leggendari ponendo i granata ad un dolorosissimo e mai dimenticato default. La Juventus, all’ombra della Mole ha trovato la proprietà e la protezione della famiglia più aristocratica e ricca d’Italia, attingendo da essa la forza economica e l’appeal che le ha fornito nella sua storia campioni e l’ha fatta diventare, prima la più amata d’Italia e poi la più titolata.

Due strade che sono partite in simbiosi, con dalla Juventus alcuni soci che si dissociarono fondando il Torino che conosciamo oggi, ma due strade che hanno portato nella storia a due contrapposizioni sociali nella città, così come accaduto a Milano, dove gli interisti rappresentavano i borghesi mentre i milanisti le classi operaie. Il fenomeno del Derby della Mole prende proprio vita grazie a questo, l’espansione economica della FIAT e nel contempo la fama e la gloria della Juventus contro la Torino che suda, che lotta, che lavora in fabbrica subendo le angherie del “padrone”. Ovviamente tutto ciò è la facciata di comodo, nella realtà in fabbrica lavoravano e lavorano fianco a fianco tifosi bianconeri e granata che come in tutte le città italiane al lunedì dopo le partite discute animatamente ed al tempo stesso nel tessuto sociale torinese sono presenti anche imprenditori potenti di fede granata.

La Curva granata pronta a ribollire di passione | Foto Twitter
La Curva granata pronta a ribollire di passione | Foto Twitter

Insomma il valore storico del Derby della Mole è uguale a quello di qualsiasi altro derby, ma il suo percorso fatto di uno sbilanciamento netto a favore dei bianconeri lo rende ancor di più valoroso, desiderato e difficile per il Toro. Vincere questa partita contro i cugini diventa un’impresa, ogni volta, titanica e se raggiunta porta in dote una gloria immensa. Inutile dire che contro questa Juventus la squadra di Ventura dovrà fare l’impresa.

I presupposti ci sono, come in passato quando i bianconeri erano nettamente più forti ci sono delle trappole che possono far inciampare una signora disattenta e che ha fatto le “ore piccole” in Europa. La Juventus deve per forza gestire le sue forze e deve per forza incominciare a pensare al suo prossimo avversario di Champions League, se non lo facesse da subito perderebbe un’occasione d’oro e questo Allegri lo sa benissimo.

I granata dal canto loro hanno un allenatore in grado di leggere e preparare le partite in modo incredibile e poi c’è il popolo, un popolo che chiede un successo sui cugini da tempo immemorabile la Juve non ha la stessa spinta, ha una spinta che parte da tutta l’Italia ormai, che l’ha fatta esportare al di fuori dei confini torinesi e che oggi più di ieri vive questa sfida come una questione di supremazia su una rivale storica al pari della Fiorentina o del Milan, quindi è importante per lei ma non è prioritario come per il Torino in questo caso vincere, ma c’è sempre quel “germe”, quel DNA fatto di non lasciare niente a nessuno, fatto di non mollare mai che l’ha portata dopo l’oblio nuovamente alla gloria.

Il Torino ha nelle sue caratteristiche le possibilità per portare a casa il Derby della Mole, dovrà essere aggressivo, rasentando la cattiveria sportiva, ma soprattutto non dovrà mollare un secondo i cugini tenendo gli occhi aperti per tutti i novanta minuti, il resto lo faranno l’imprevedibilità e la voglia di rivincita di giocatori come Quagliarella. Si presenta una sfida davvero più equilibrata, in questo caso, di quanto ci si possa aspettare, perché il derby è questo e normalmente lo vince chi vuole più prenderselo.

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