Quando si discute – e molto – di un film nei mesi precedenti all’uscita si genera una inevitabile attesa. Il risultato può essere positivo (la mole pubblicitaria richiama un pubblico numeroso) o negativo (il classico boicottaggio di “principio”). In entrambi i casi c’è un fatto positivo ed è innegabile: si parla del film e se ne parla tanto. Questo è indubbiamente il caso di Angelina Jolie e della sua prima pellicola nelle vesti di regista: “In the Land of Blood and Honey”, una storia d’amore tra la deportata bosniaca Ajla e il soldato serbo Danijel. Conoscendo Angelina Jolie non possiamo essere sorpresi. Poteva mai la regina della solidarietà, l’attrice più impegnata nel sociale che il cinema ricordi, intraprendere un nuovo percorso dirigendo una pellicola soft? No, assolutamente no. E ne siamo contenti anche perché oltre a saggiare le doti dell’attrice più sexy del panorama hollywoodiano, potremo godere di una pellicola ambientata durante la più sanguinosa guerra intestina dell’ultimo ventennio. “In the Land of Blood and Honey” non è un film di guerra. O meglio è una storia d’amore sullo sfondo dei Balcani. Ma potrebbe essere una qualsiasi guerra perché l’intenzione di Angelina è di mostrare, ed indagare, le relazioni umane nel profondo. Come si può amare, quando tutto intorno sembra sparire? Che cosa resta dell’amore quando l’orizzonte è intriso di odio? Odio profondo per razze, culture, religioni diverse. Ma soprattutto, ed è sicuramente la tematica che rende la pellicola affascinante, come può una giovane ragazza bosniaca provare amore per un soldato serbo? Aguzzino contro vittima entrambi coinvolti in un qualcosa più grande di loro.
Per i ruoli di Ajla e Danijel sono stati scelti Zana Marjanovi? e Goran Kosti?. Il cast è arricchito dalla presenza di Rade ?erbedžija, il noto attore e musicista croato che abbiamo già visto in diverse pellicole, tra cui “Eyes Wide Shut” e l’ultimo“Harry Potter” (parte prima). “In the Land of Blood and Honey” è stato girato in Ungheria nonostante la Jolie volesse spostare le riprese in terra bosniaca. Secco è stato il rifiuto delle autorità locali e del Ministro della Cultura della Bosnia che ha sostenuto di non esser stato informato nei tempi prestabiliti e che quindi si vedeva costretto a declinare la richiesta. L’impressione è che il dolore e le immagini della guerra siano ancora troppo vive nell’immaginario del popolo bosniaco. E vedere la “loro storia” trasportata sullo schermo da una attrice che rappresenta lo Star System di Hollywood può portare a una “commercializzazione” del dolore. A schierarsi contro Angelina sono state anche le associazioni a sostegno delle donne vittime di Guerra 1992-1995. Senza dover ricordare le vigliaccate perpetrate dai militari e i numerosi campi di stupro allestiti, non possiamo che esser solidali con chi si occupa quotidianamente ed assiduamente di dare sostegno alle giovani – o meno – donne vittime del conflitto. Siamo però d’accordo con la Jolie quando sostiene che prima di condannare la sua pellicola, la stessa andrebbe quantomeno visionata. Si è vero, Angelina si è imbattuta in un terreno pericoloso. Per adesso la premiamo per il coraggio e siamo curiosi di vedere il film (uscirà negli Stati Uniti nel periodo natalizio).
Per ingannare l’attesa vi mostriamo il trailer del film in cui sono già visibili alcune tematiche. Le immagini di odio, dolore, spari ed esplosioni, sono intervallate da attimi di amore, passione, baci, carezze e gesti di pietà (il cecchino che rinuncia a sparare). L’amore tra un serbo e una bosniaca che già oggi appare difficile doveva essere in quei terribili anni un qualcosa di improponibile. Oggi Angelina ci regala una versione “cinematografica” di questo amore, ma forse solo di fiction si tratta. Perché non è vero che l’amore trionfa sempre. Buona visione! [jwplayer config=”180s” mediaid=”34182″]