Quando Alain (Vincent Elbaz) ha spostato Nathalie (Isabelle Carrè) non sapeva che avrebbe sposato anche tutta la sua famiglia.
C’è Jean-Pierre (Francois-Xavier Demaison), il cognato accompagnato dalla moglie Catherine (Audrey Dana) e la perfettissima nipote Gaëlle. C’è Roxane (Josèphine De Meaux), la cognata, che in preda all’accelerazione del suo orologio biologico assilla la vita di Bruno (Omar Sy).
Alain si sente soggiogato e insoddisfatto per la propria vita che gli ha riservato solo delusioni dopo che ha abbandonato il suo sogno di diventare un intrattenitore di successo. Spinto da questo senso di frustrazione e dalla voglia di tenere più vicino a sé l’iperattivo figlio Lucien (di cui intuisce le potenzialità), Alain lascia questa famiglia in cui tutti sono “troppo amici” per fare il punto su se stesso e sui propri obiettivi. Ma il richiamo della famiglia è troppo forte e Alain si ritroverà, suo malgrado, a riconsiderare i cognati e anche il suo rapporto con la moglie.
Spacciato maldestramente per il sequel di “Quasi amici”, questo film dei due registi Eric Toledano e Olivier Nakache è in realtà precedente di due anni rispetto alla pellicola rivelazione dell’inverno 2011-12. I due film poi hanno poco o nulla a che spartire tra loro, se non la presenza in entrambi del simpatico Omar Sy.
“Troppo amici” punta in maniera decisamente più forte sul grottesco e sull’accumulo di situazioni dalla comicità maggiormente fisica, crassa, semplice e semplicistica. Qualche concessione al melò viene spruzzata saltuariamente all’interno della narrazione, ma la commistione tra malinconia e divertimento che si viene a creare suona inevitabilmente posticcia, poco sincera e troppo studiata per essere realmente convincente.
Si ride (e anche con piacere in certi frangenti) in “Troppo amici”, ma l’impressione è che lo sguardo dei due registi non riesca mai ad elevarsi al di sopra dello sguardo frettoloso e bozzettistico sui personaggi e le situazioni tragicomiche che si ritrovano a vivere.
Caratterizzazioni tagliate con l’accetta, spessore psicologico dei personaggi abbastanza grossolano e sentimenti a buon mercato caratterizzano questo film di Eric Toledano e Olivier Nakache: a differenza di “Quasi amici” sembra mancare l’inventiva, un’idea di racconto più sofisticata e meno superficiale (ed eccessivamente frammentata), capace di coniugare con sincerità farsa e tragedia.
Omar Sy e Francois-Xavier Demaison in Troppo amiciI personaggi di “Troppo amici” sono infatti figure tragiche nel vero senso della parola, ma quasi mai si riesce ad identificarsi a pieno con loro e a provare empatia: si sorride, ma come di fronte ad una battuta o ad uno sketch visto e sentito mille altre volte.
Il colpo di scena finale vorrebbe poi mettere tutto il racconto in una prospettiva diversa, suscitare facili lacrime che però non arrivano perché il cambio di registro è troppo brusco e stordente rispetto a quanto visto in precedenza.
“Troppo amici” rimane un film godibile a tratti, ma assai povero strutturalmente e contenutisticamente, dolceamaro quasi per costrizione che non per reale convinzione.
“Troppo amici” esce nelle sale il prossimo 6 dicembre, a tre anni di distanza dall’uscita francese, e verrà etichettata, probabilmente, come commedia natalizia scevra da qualsiasi volgarità: vero, ma altrettanto priva di mordente e interesse.
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