I fatti recenti lo hanno coinvolto in un vero e proprio scandalo, ma il “trota” non smette stupire, e ancora una volta e’ stato tirato in ballo. In questo caso i fatti risalgono allo scorso Giugno quando Renzo Bossi, forte del suo incarico istituzionale, aveva scelto di ironizzare sul suo epiteto. Il Padania calcio decise di stampare su una serie di t- shirt bianche una trota paffutella e riccioluta, senza dubbio somigliante al figlio del senatur, che potremmo più che altro annoverare fra i personaggi di Nemo, il famoso film della Disney.
La maglietta griffata “trota” con tanto di logo avrebbe dovuto portare fondi al reparto di Oncologia pediatrica di Brescia, la maglia doveva essere venduta a Pontida durante il raduno del Carroccio: dieci euro per ogni t-shirt. Eppure ad oggi i soldi ai bambini malati di tumore non sono arrivati. Da quanto si è venuto a conoscenza la vendita delle magliette ha avuto un gran successo: soprattutto in occasione di una manifestazione di motonautica, organizzata dal dimissionario assessore regionale dello sport, Monica Rizzo, vecchia conoscenza di Renzo per averlo aiutato a “rimediare” i dodicimila voti che lo hanno fatto entrare al Pirellone.
In ogni caso la vendita di beneficienza ha raccolto più di 1800 euro, che ad oggi non si sa dove siano finiti,o perlomeno non sono all’indirizzo indicato dal benefattore, qualcuno ipotizza che siano depositati in qualche sezione del partito. Dopo le grane giudiziarie ora c’è il giallo. Lo stesso primario dell’oncoematologia infantile, Fulvio Porta, non sa nulla di offerte benefiche da parte della Lega e ha dichiarato:
Renzo fece una visita improvvisa al reparto un paio di estati fa ma io non lo vidi, ero in vacanza. Non mi risulta alcun progetto con l’ospedale, né che sia tornato.
L’Associazione bimbo emopatico (Abe), legata a doppio filo con la clinica ricorda invece una visita di Renzo Bossi, dove rimasero molto delusi della sua scarsa generosità, dice la presidente Luciana Corapi:
Il Trota si presentò a agosto 2010 come emissario del Pirellone, era con un organizzatore di eventi di cui mi sfugge il nome, che non c’entra con la Lega. Portò un pacco di magliette e in parte le regalò ai piccoli pazienti. Prima di andarsene l’amico staccò un assegno di 500 euro. Punto. Con Bossi non ci sono più stati contatti. E nessuno parlò mai di beneficenza.