Dopo la terza stagione di “Twin Peaks” David Lynch ha espresso dubbi sulla possibilità di girare un sequel, mentre Mark Frost ha detto che ci sta pensando seriamente.
Nel frattempo sono rimasti molti quesiti in sospeso, “The Return” è stato un lungo viaggio con un finale che ha lasciato i fan soddisfatti sì, ma che non ha offerto tutte le risposte che si aspettavano. Il bello è anche questo, ma c’è chi sperava che i destini di alcuni dei personaggi fossero maggiormente approfonditi, come nel caso di Audrey Horne. Nella terza stagione di “Twin Peaks” Audrey compare solo alla fine, negli ultimi episodi, e la situazione è talmente confusa che si fatica a capire cosa stia succedendo. Dopo la messa in onda i fan hanno tirato fuori le ipotesi più disparate, come la possibilità che Audrey si trovasse in una dimensione parallela.
Qualche risposta in più si può trovare nell’ultimo libro pubblicato da Mark Frost, intitolato “Twin Peaks: The Final Dossier“. Come riporta Vulture, l’autore, che è anche co-autore della serie insieme a David Lynch, offre delle informazioni sulla storia di Audrey. Alla fine della seconda stagione era rimasta coinvolta nell’esplosione in banca e fino alla fine della terza non si è mai capito bene se fosse ancora viva o se fosse in coma. Nel libro Mark Frost spiega che Audrey Horne è rimasta in coma per tre settimane e mezzo, quindi non per 25 anni come si pensava inizialmente. Audrey è stata vittima di uno stupro, da parte del doppelgänger dell’Agente Cooper e, come sappiamo, è rimasta incinta. Da quel momento la sua vita non è stata più la stessa. Anche se non ha potuto finire la scuola, ha conseguito il diploma ed ha aperto un salone di bellezza. Nel libro, scritto come se fossero dei documenti dell’FBI, Frost dice che quando il figlio Richard ha compiuto 10 anni, Audrey è convolata a nozze con il suo contabile. Non ne viene svelata l’identità ma dovrebbe essere il Charlie che vediamo nella terza stagione di “Twin Peaks“, quello contro il quale si scaglia Audrey. Nel libro Frost riporta anche che di punto in bianco Audrey decide di chiudere il suo salone e di sparire dalla vita pubblica, diventando agorafobica. A causa dei suoi disturbi Audrey viene ricoverata in una casa di cura privata, che potrebbe spiegare la stanza in cui si trova in “The Return“. Non era chiaro, infatti, se fosse una clinica o una dimensione parallela. Anche se non ci sono informazioni aggiuntive, alla base dei problemi psicologici di Audrey Horne ci sarebbe lo stupro e la sua incapacità di crescere un figlio così malvagio.