Tra i film italiani in concorso quest’anno alla Mostra del Cinema di Venezia c’è “Anime nere” di Francesco Munzi, una delle pellicole che affronta i temi più scomodi di questa settantunesima edizione del festival.
Si parla di ‘ndrangheta, con un film ambientato nel cuore dell’Aspromonte, ad Africo, basato sull’omonimo romanzo di Gioacchino Criaco. La storia di Luigi, Luciano e Rocco, che portano i loro affari tra Milano e il Sudamerica, che hanno dimenticato le loro origini contadine per darsi alla criminalità, andando incontro ad un destino poco clemente.
Per Francesco Munzi non è stato facile raccontare una storia come quella di “Anime nere“: il regista fa sempre lunghe ricerche prima di realizzare un film e in questo caso ha girato le scene proprio ad Africo, dove si svolge effettivamente la storia, scontrandosi con la dura realtà del posto. Ad aiutarlo in questa esperienza c’è stato anche lo stesso Criaco, al Corriere Munzi racconta:
Volevo coinvolgere gli abitanti mescolandoli ai miei attori. Dopo l’iniziale diffidenza è subentrata una fase di neutralità, poi è scattata la voglia di esserci e di collaborare. Abbiamo riempito il film di Africo, a partire dal dialetto. Una scelta che restituisce verità.
Per realizzare “Anime nere” Francesco Munzi ha accantonato un altro progetto:
Ero alle prese con un altro progetto ma mi sono imbattuto nel libro di Gioacchino Criaco e sono rimasto folgorato da come affrontava una materia che io conoscevo solo attraverso la cronaca dei giornali. Tre ragazzi di Africo nuovo, che insieme a Platì e San Luca compone quella specie di triangolo delle Bermuda del crimine. Dopo aver finito il libro sono andato nella Locride con l’idea di cercare location e comparse. Mi sono scontrato con la diffidenza degli abitanti, ho capito che da solo non avrei potuto farcela.
“Anime nere” sarà nelle sale dal 18 settembre, oggi vi mostriamo una clip in attesa di scoprire le reazioni che susciterà a Venezia, buona visione!