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Verdena: “Wow” in tour. 18/02 a Reggio Emilia. La recensione.

I Verdena sono senz’altro una delle realtà più affascinanti che il panorama alternative rock italiano ha offerto negli ultimi anni. Avere l’opportunità di ascoltarli in concerto è un’occasione che non capita spesso, perlopiù così vicino a casa. Ho così colto l’occasione al volo e mi sono recato Venerdì 18 Febbraio al Circolo Arci Tunnel di Reggio Emilia per la data del tour “Wow”.

Verdena - Wow - artwork
Salita sul palco intorno alle 22.30, la band bergamasca ha sin da subito lasciato trapelare quelle che sono le caratteristiche principali del loro nuovo disco: potenza, ardite sperimentazioni musicali ed energia allo stato puro. Il locale purtroppo non vanta di un’acustica ottimale nella maggior parte delle zone: questo ha portato senza dubbio a un risultato inferiore rispetto alle potenzialità sonore del disco. Soprattutto perchè la voce di Alberto Ferrari, che meriterebbe attenzione particolare, è stata spesso soffocata dalla potenza della batteria di Luca. Nonostante questo però, dopo un paio pezzi un po’ titubanti, l’impatto con il pubblico non particolarmente caloroso è stato vinto: i primi piedi hanno iniziato a tenere il tempo, così come sono sgorgate urla estasiate, applausi convinti. Come detto dagli artisti in diverse interviste, questo disco necessita di tempo: non mette in atto melodie orecchiabili di primo impatto, o ritornelli che entrano in testa con facilità. Nel dire questo i Verdena hanno forse ragione, perchè -concentrandosi attentamente- risaltano pezzi come “Grattacielo”, “Rossella roll over”, “Razzi arpia inferno e fiamme”. Una giusta unione di dinamismo, metafisica concreta. Mi ripeto nel dire che con Alberto Ferrari alla voce, l’impresa riesce più semplice: spietato al punto giusto, con quella dolcezza che graffia. Viene allora da chiedersi: “perchè canta così poco?” Troppo spesso le melodie arrivano a nasconderlo. Badate bene, sono melodie straordinarie. I Verdena sul piano musicale hanno una manifesta superiorità, capaci di abbinare tastiere, bassi, chitarre in maniera pressochè perfetta in ogni brano. Tutto questo li porta però qualche volta ad esagerare, poiché il coinvolgimento del pubblico si fa sterile nel momento in cui i musicisti si esulano nei loro prodigiosi assoli. Si trasportano in una dimensione superiore a cui l’ascoltatore medio difficilmente può arrivare. Avendo ascoltato più volte Wow, ero un po’ scettico prima di assistere a questo concerto. Non che non mi fosse piaciuto per nulla, però rimanevano tanti punti interrogativi a riguardo. Quando ti piace un gruppo, non sempre sei disposto a reggere certi cambi radicali di stile. In questo disco dei “vecchi” Verdena è rimasto poco. Vale però la pena assistere a questo concerto: prima di tutto per il rapporto qualità/prezzo (solo 10 euro!). E poi perchè, tra un pezzo nuovo e l’altro, rispuntano gradevoli sorprese. Mi sono ritrovato assorto a cantare “Luna” e “Valvonauta”, precipitando nella potenza che essi comportano. Questi Verdena tutti nuovi meritano quindi di essere scoperti. Un concerto che vi lascerà comunque dentro una dose di adrenalina abbondante in ogni caso.

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Nicolò Fantini
Nicolò Fantini
Nicolò Fantini nasce nel 1991 a Reggio Emilia, città dove tutt'ora vive. Nel 2010 ha portato a termine gli studi superiori presso il Liceo Scentifico. Nello stesso anno è stata pubblicata la sua prima raccolta di poesie dal titolo "Oltre il confine dei sogni", nella quale è presente una sezione in cui sono rivisitati i testi dell'album di Fabrizio de Andrè "Non al denaro, non all'amore, nè al cielo". Attualmente frequenta la facoltà di Lettere Moderne presso l'Università degli studi di Bologna.
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