“Amy, mia figlia”, è questo il titolo della biografia di Amy Winehouse scritta dal padre. Così a nemmeno un anno dalla tragica morte della cantante, scomparsa lo scorso 23 luglio a Londra, Mitch Winehouse da alle stampe un libro in cui racconta la vita e la carriera della figlia e con cui prova ad esorcizzare il dolore.
Il libro arriva in Italia edito da Bompiani e, così come anticipato dallo stesso Mitch, è un vero e proprio libro di memorie in cui sono svelati anche molti dettagli inediti sulla travagliata vita della talentuosa cantante, vita segnata purtroppo non solo dalla musica e dal successo ma anche dalla droga e dall’alcool. Proprio l’abuso di droghe e alcolici, condiviso con l’ex marito Blake Fielder-Civil, ha condizionato la vita di Amy fino alla morte. Mitch Winehouse racconta la voglia della figlia di riprendere in mano la propria vita e liberarsi dalle dipendenze che però hanno avuto la meglio su di lei.
Per l’ex genero Mitch ha invece parole cariche di rancore e lo definisce una persona orribile e disgustosa. Nelle pagine del libro infatti sono rivelati alcuni episodi in cui si dimostra la pessima influenza dell’uomo su Amy e il peso determinante che ha avuto nel rapporto di dipendenza da alcol e droghe. Pare che mentre Amy si trovava in clinica di riabilitazione l’ex marito le avesse fatto recapitare droga nascosta nei fiori e nei peluche.
Amore solo amore incondizionato è quello che invece Mitch esprime per Amy descrivendola come “una ragazza magnifica, anche quando era malata. Era allegra, generosa, amava la sua famiglia. Ed era mia figlia“.
Mitch dunque non ha dubbi è stata la droga ha trasformare sua figlia e a ridurla all’ombra di se stessa. Per questo la famiglia si batte contro le droghe e ogni forma di abuso. I proventi del libro saranno interamente devoluti proprio alla Amy Winehouse Foundation, l’associazione creata dalla famiglia Winehouse e che prova ad aiutare i giovani con problemi di droga e alcool.